Ecomafia 2012: Legambiente presenta il nuovo dossier

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È stato presentato questa mattina a Roma il nuovo rapporto di Legambiente su illegalità e ambiente in Italia. Presenti, tra gli altri, Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale di Legambiente, Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e Sonia Alfano, Presidente della Commissione parlamentare europea antimafia.

Il quadro delineato da Ecomafia 2012 non è dei più rosei. Per l’anno passato si sono registrati ben 93 reati al giorno, 33.817 in totale, per un aumento di quasi il 10% rispetto al 2010. Tradotto in cifre: 16 mila e 600 milioni di euro nelle tasche della criminalità ricavati sulle spalle della società civile, del paesaggio, della biodiversità e della natura. Non è stato sufficiente l’impegno delle forze dell’ordine, che hanno effettuato 8.765 sequestri, 305 arresti e denunciato 27.969 persone.

Allarmante il profilo del nuovo ecomafioso. Sempre più lontano dallo stereotipo del criminale e più vicino a quello dell’uomo d’affari, ha un buon livello culturale e conosce le lingue straniere. Caratteristiche, queste, necessarie per infiltrarsi con maggiore efficacia nei canali delle istituzioni, della politica e del business. Tra 2011 e primi mesi del 2012, infatti, sono state ben 24 le amministrazioni comunali sciolte per infiltrazione mafiosa.

A cosa si dedicano queste nuove ecomafie? Il cemento e i rifiuti rimangono lo zoccolo duro degli introiti della criminalità ambientale, anche se in leggero calo in relazione all’anno precedente. L’abusivismo edilizio ha visto sorgere 25.800 nuove costruzioni (o ristrutturazioni) per un ricavo che si attesta sugli 1,8 miliardi di euro, in barba alla crisi e al calo del 20% calcolato dal Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il territorio) per il mercato legale. Arriva invece a 346 mila tonnellate la quantità di rifiuti passata tra le mani dell’illegalità.

Aumentano gli incendi boschivi, i reati contro la fauna e contro il patrimonio storico, artistico e archeologico, mentre quelli contro la filiera agroalimentare sono addirittura triplicati.

“L’Italia ha bisogno di stringere un vero patto per l’ambiente e la legalità che faccia leva sull’effettiva applicazione delle leggi e preveda nuove forme di tutela dell’ambiente dai fenomeni di illegalità” ha dichiarato il responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente Enrico Fontana. Prima fra tutte l’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale, come previsto da una direttiva europea del 2008 formalmente recepita ma mai messa in atto dal nostro paese.

Disponibili delle chiare infografiche riassuntive ed un interessante fumetto sul tema del riciclaggio di denaro nelle costruzioni di centri commerciali.

04/07/2012

M.P.

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