Domani niente scuola

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Andrea Bajani
Domani niente scuola
Einaudi 2008, 12.50 euro

Raccontare l’Italia degli adolescenti, “gettare un ponte oltre quel fossato che relega i più giovani in una riserva in cui nessuno vuole mettere piede nella presunzione di sapere già” è la ragion d’essere del libro di Bajani.
Raccontarla da “infiltrato” nelle gite scolastiche di tre classi liceali di Torino, Firenze e Palermo è stata la scelta dell’Autore trentenne, legittimata dall’impossibilità di farlo in qualità di studente o di professore o di autista, ovverosia delle tre categorie esistenziali operative nell’occasione.
Ne esce una sorta di “reality book” nel senso che l’opera promuove la prospettiva voyeuristica del “Grande Fratello” anche se cerca di ovviarvi, nobilitando la qualità (e i luoghi) di osservazione.
Sta di fatto che sarà anche un libro sui giovani adolescenti intercettati in uno spazio “sospeso” tra scuola e non scuola, ma ci sembra anche non meno una fotografia dello stato dell’arte della comunicazione inter/intrapersonale e dei suoi succedanei (leggi: le faccine e le animazioni nelle finestre di dialogo aperte sul monitor del pc, a sbrigare le pratiche sociali desuete) e una sorta di versione alternativa della mala educaciòn. Perché l’educazione in generale (della scuola, dei genitori e degli sdulti ) vi appare corrotta e collassata. L’innocenza – di noi tutti – irrimediabilmente (?) perduta. Perché siamo così come veniamo fuori dalle pagine del libro e lo sappiamo: omologati, svagati e fasulli un bel po’. Nell’insieme, un’umanità disorientata dalla separazione tra comunicazione e relazione, in viaggio nonostante tutto (the show must go on) in un presente di vischioso menefreghismo (fatalismo?) programmatico e globale. Insomma, la gita scolastica come metafora della vita d’oggi.

Annelise Caverzazi

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