Abbecedario amazzonico aspettando i mondiali‏: lettera K

K

Con i mondiali alle porte e la nazionale italiana che si prepara a giocare il suo primo match nella rovente e umida Manaus, sale la curiosità verso questa regione lontana e affascinante che è l’Amazzonia. Sia l’Italia sia l’Inghilterra si stanno preparando atleticamente al momento in cui dovranno giocare alle alte temperature tropicali, ma forse non sanno che ciò che li aspetta e che forse li sorprenderà di più è una cultura creola, con usi e tradizioni, leggende e credenze molto diverse dalle nostre.

Prepariamoci anche noi, prima di questo grande incontro, con qualche pillola sull’Amazzonia: un racconto per ogni lettera dell’alfabeto!

kW- Hidreléttrica

Singolare come il portoghese porti con sé, a differenza della altre lingue neolatine, la crasi e la conseguente caduta della O della parola Hidro che si fonde, così, alla sua compagna.
Nella versione brasiliana questo fenomeno si è declinato nella pronuncia accentuata, quasi raddoppiata, della L di Eléttrica con la lingua che batte, soffermandosi, contro i denti.
Come recita il manifesto del PAC (Plano de Aceleração do Crescimento), programma strategico ideato da Lula durante il suo secondo mandato (2007-2010) e oggi portato avanti dal presidente Dilma Roussef, la priorità attuale del Paese risiede negli investimenti energetici.

 

Energia per l’edilizia, energia per le grandi opere, energia per le infrastrutture, energia, rinnovabile e non, per lo “sviluppo”, quello stesso della frase che campeggia sul mondo blu della bandiera brasiliana, “ordem e progresso”.

Ma sviluppo per chi? E come? Un dibattito che si è fatto ancor più infuocato in questi ultimi giorni per via delle proteste contro i grandi investimentii per i mondiali di calcio. Ma che comincia anni fa, con la progettazione della centrale idroelettrica di Belo Monte sul fiume Xingu, la terza più grande del mondo dopo da diga delle Tre Gole, in Cina, e quella di Itaipu, tra Brasile e Paraguay.

Le principali posizioni intorno al dibattito sono due: c’è chi pensa che il Brasile, settima economia mondiale, abbia bisogno di continuare a crescere per creare nuovi posti di lavoro ed eliminare la povertà e che il miglioramento delle condizioni di vita delle persone avvenga attraverso l’accesso diretto all’elettricità; dall’altra ci sono coloro che ritengono inaccettabile il costo ambientale di queste grandi opere e il fatto che, in generale, un paese come il Brasile non decida di dare priorità alle politiche sociali.

Ma, nonostante la mobilitazione internazionale e le proteste delle comunità indigene che perderanno i propri territori, i lavori di Belo Monte continuano

A regime, la diga avrà una capacità di 11.233 megawatt (MW) in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di 18 milioni di abitanti, pari a un quinto della nuova domanda di energia del Brasile.

Si stima inoltre che il potenziale del Paese sia di circa 126 GW[1]. Di questo totale, circa il 70% si trova nella regione amazzonica, dove i fiumi di pianura predominano e i bassi dislivelli di altitudine rendono necessaria la costruzione di nuove dighe.[2]

Il prossimo progetto in lista è la centrale idroelettrica sul fiume Tapajós che prevederà la realizzazione di sette dighe in un tratto inferiore a 2000 km, l’esproprio di terre a dieci comunità e due grandi allagamenti, con conseguente cancellazione di parte delle foresta pluviale e ridefinizione della fauna ittica.

Il “progresso” agognato incede a grandi passi e, come un gigante che rischia di schiacciare ciò che di piccolo incontra lungo il cammino, così, il grande Brasile rischia di stritolare la parola “ordem” sotto i suoi passi e proseguire in una crescita priva di pianificazione partecipata.

Lorenza Sganzetta



[1] Dati MME, Ministerio de Minas e Energia Brasil (2013).

[2] Si pensi che lungo i 700 mt. di passeggiata sotto i portici di via Po a Torino si registra un dislivello di 24 mt. Lungo il Rio delle Amazzoni, tra Manaus e Macapau, la differenza di altitudine in alcuni punti non raggiunge 10 mt.

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