Abbecedario amazzonico aspettando i mondiali‏: lettera C

C

Con i mondiali alle porte e la nazionale italiana che si prepara a giocare il suo primo match nella rovente e umida Manaus, sale la curiosità verso questa regione lontana e affascinante che è l’Amazzonia. Sia l’Italia sia l’Inghilterra si stanno preparando atleticamente al momento in cui dovranno giocare alle alte temperature tropicali, ma forse non sanno che ciò che li aspetta e che forse li sorprenderà di più è una cultura creola, con usi e tradizioni, leggende e credenze molto diverse dalle nostre.

Prepariamoci anche noi, prima di questo grande incontro, con qualche pillola sull’Amazzonia: un racconto per ogni lettera dell’alfabeto!

Carimbò

 

Carimbò, una parola sola per esprimere un ritmo, una danza e un rituale. Il suo nome, in Tupi, si riferisce al tamburo di legno su cui si batte il ritmo, il Curimbó. Le donne si fanno delicate e stranamente pudiche nel ballare scalze questa musica che parla di vita dei campi e di lavoro manuale, i movimenti sono piccoli e cadenzati.
Una distanza incredibile si crea fra noi e loro. E con “noi” intendo chiunque non sia di qui, del Parà.
Ivan di San Paolo è venuto con un gruppo di amici per fare vacanza in questo luogo “pericoloso, ai confini del mondo e pieno di animali selvatici” che è l’Amazzonia. Ivan quest’anno si è fatto i rasta e segue i concetti della filosofia Pachamama, crede di andare controcorrente, si è fatto degli amici di qui e va in giro scalzo. Osserva i movimenti di queste donne e ne resta affascinato, come tutti.

Ma non sa nulla di quello che sta dietro a questa danza frenetica, dal tambur battente, di che cosa muove quei piedi e che cosa essi vogliano schiacciare con i loro salti. Dello stretto legame che c’è tra questi piedi graziosi e la terra che vogliono trattenere e non disperdere. Delle origini di questo ritmo, nato, secondo le leggende, nell’Isola di Marajo e poi mischiatosi con il batuque degli schiavi neri.

Poi c’è Chris, un professore del Sud Africa che osserva tutto col fare da antropologo, fa domande in continuazione e cerca il più possibile di parlare con i “nativi” come li chiama lui, con quel suo odioso accento inglese misto olandese.
Animali da studiare, questo sono le persone, e la foresta è un organismo immobile da osservare dietro la teca di un acquario.
Ma le donne qui lavano i panni nel fiume e cantano di sottofondo il carimbò. Muovono le gonne e battono le mani.

Vem batendo com a mão bate a mão (Bate a mão)
Vem batendo com o pé (Bate o pé)
Vem girar no salão
Girando girando no meu coração

Quell’acqua è viva e attraversata da mille barche a motore che trasportano la gente dalle loro comunità alla città.
La terra è viva con i suoi tronchi tagliati e con i suoi garimpos, con i suoi lavoratori stanchi e le sue prostitute.
E questa terra non è in vendita.

Lorenza Sganzetta

Carimbo Tamara

“Il carimbò e le sue danze sono state oggetto di moltissime immagini fotografiche, facilmente rintracciabili sul web. Clicca qui per visualizzare quelle della ricerca immagini di Google

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