Henry Walter Bates

Henry Walter Bates , naturalista del mese di febbraio (di Margherita Bandini)

Henry Walter Bates nacque in una famiglia di ceto medio a Leicester. All’età di 14 anni era già impiegato nella fabbrica di famiglia con una giornata lavorativa che solitamente durava undici ore. Tuttavia Bates, nell’intento di migliorarsi, trovava l’energia di frequentare una scuola serale e, dopo vari anni, aveva abusato troppo di se stesso, tanto da subire dei collassi di salute cosi importanti che fu il dottore di famiglia a sostenere la scelta di una spedizione in Sud America, che forse avrebbe migliorato la sua precaria salute. Mentre era nella foresta Amazzonica, era solito uscire la mattina “vestito di stivali, pantaloni, un vecchio cappello e una camicia colorata con un puntaspilli sul davanti con infilzati sei diverse misure di spilli per insetti. Portava un lungo fucile sulla spalla sinistra” carica con due diversi colpi per due diverse misure di preda. “Nella sua mano destra aveva la sua rete per farfalle. Una borsa di pelle sulla sinistra aveva munizioni ed una scatola per gli insetti. Un carniere sulla destra aveva altre provviste, incluse delle pinze di pelle per appendere lucertole, serpenti, rane, grossi uccelli ed altri esemplari.” Rimase nella foresta Amazzonica per poco più di un decennio durante una spedizione organizzata e trascorsa in parte con Alfred Wallace, collega Entomologo incontrato a Leicester. Bates passò quello che considerò “i migliori undici anni della mia vita” nella foresta Amazzonica, dal 1848 al 1859.

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Scoperta la prima specie di delfino da ibridazione naturale

La prestigiosa rivista scientifica PLOS ONE ha recentemente pubblicato un articolo nel quale si documenta il primo caso  di specie ibrida naturale tra i mammiferi marini. Si tratta del delfino climene (Stenella clymene), un piccolo cetaceo che vive nelle acque tropicali e temperate dell’oceano Atlantico, la cui specie a quanto pare si è originata dall’ibridazione naturale – processo raramente osservato tra i mammiferi – tra due specie diverse di delfini: la stenella striata (Stenella coeruleoalba) e la stenella dal lungo rostro (Stenella longirostris). Lo studio condotto dall’Università di Lisbona e dal Museo di Storia Naturale Americano ha finalemnte risolto un dubbio scientifico di lunga data. In passato, infatti, il climene era stato considerato come una  sottospecie di stenella dal lungo rostro. Insomma, per i non addetti ai lavori potrebbe sembrare una questione da poco passare da “sottospecie” a “specie” ma la scoperta nel modno scientifico rappresenta un bel passo in avanti nella conoscenza della biodiversità.

 

Serata di premiazione del concorso cinematografico di comunicazione ambientale River Eyes Torino

le Associazioni Antropocosmos, ECOntACT e l’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholè Futuro Onlus sono liete di invitare quanti fossero interessati alla serata di premiazione dei vincitori del concorso cinematografico di comunicazione ambientale River Eyes Torino che si terrà il 12 Febbraio 2014 a partire dalle 21.00 presso il Cineteatro Baretti, in via Baretti 4, nel quartiere San Salvario di Torino. Durante la serata verrà presentata la seconda edizione del progetto River Eyes, verranno proiettati i cortometraggi selezionati dalla giuria e annunciati i vincitori del primo e del secondo premio. A seguire un brindisi di buon auspicio per i futuri progetti. Vi invitiamo a confermare la vostra presenza.
www.rivereyes.orgrivereyes.torino@gmail.com

CleanTech Challenge 2014 – il concorso internazionale per premiare le migliori idee “verdi”

Parte la CleanTech Challenge 2014, capitolo italiano. Chiunque abbia un’idea “clean” e non sia ancora riuscito a promuoverla ha ora l’occasione di vincere 5.000 euro e rappresentare l’Italia alla London Business School nella sfida finale del concorso internazionale, con la possibilità di aggiudicarsi un ulteriore premio in sterline. La Challenge CleanTech (CTC) infatti è una competizione promossa dal MIP Politecnico di Milano in collaborazione con la London Business School e l’University College London Business in cui gli studenti delle migliori scuole di business e d’ingegneria competono in team interfunzionali. Leggi tutto “CleanTech Challenge 2014 – il concorso internazionale per premiare le migliori idee “verdi””

WWF-MANITESE: Corso per insegnanti ed educatori

Termine ultimo per le iscrizioni 21 febbraio 2014.
Il corso è rivolto ad insegnanti ed educatori, operatori del mondo della scuola che per primi devono imparare dagli ecosistemi ad essere resilienti, ovvero più capaci di rispondere in maniera positiva alle trasformazioni della scuola, della relazione educativa, del contesto generale in cui operano.
Il corso nasce su iniziativa congiunta di Mani Tese e WWF Italia, nell’ambito del progetto “Economie locali e tutela della biodiversità”, sostenuto da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. Mani Tese e WWF sono enti accreditati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per la formazione del personale della scuola. I partecipanti interessati hanno pertanto diritto all’attestato di partecipazione con una frequenza minima dell’80% delle lezioni e all’esonero dal servizio per il periodo di frequenza del corso.

La partecipazione è gratuita.

scarica il PDF di presentazione del corso

Master in “Sostenibilità del territorio e della filiera agroalimentare

scadenza delle iscrizioni prorogata al 31 gennaio.
Il Master Universitario di I livello in “Sostenibilità del territorio e della filiera agroalimentare” (già Master in “Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio”) è attivato dal Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università degli Studi di Torino. Lo sviluppo di un’agricoltura e di filiere agroalimentari sostenibili – che assicurino l’accesso al cibo in quantità e qualità sufficienti, riducendo l’impatto ecologico anche attraverso una rilocalizzazione delle filiere agricole rappresenta una sfida di grande portata per i prossimi decenni. Leggi tutto “Master in “Sostenibilità del territorio e della filiera agroalimentare”

L’educazione ambientale italiana si mette in rete. A Roma un nuovo passo avanti

(Roma, 29 gennaio 2014). Si è tenuto a Roma, presso la sede centrale del CNR, il terzo incontro nazionale della rete italiana dell’educazione ambientale e per la sostenibilità, nata con la decisione presa a Milano il 29 agosto 2013 in occasione dell’incontro di restituzione del Settimo WEEC (World Environmental Education Congress). Il 7th WEEC di Marrakech (www.weec2013.org), nel decennale dei congressi, grazie alla grandissima partecipazione e al coinvolgimento di istituzioni internazionali come l’UNESCO e l’UNEP aveva infatti ratificato il ruolo della rete mondiale di educazione ambientale e aveva fatto emergere la necessità di strutturare meglio la rete sia a livello internazionale, sia continentale sia nazionale nei paesi dove non esistono ancora o non esistono più reti di attori locali.

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L’educazione ambientale italiana si mette in rete. A Roma un nuovo passo avanti

Roma, 29 gennaio 2014). Si è tenuto a Roma, presso la sede centrale del CNR, il terzo incontro nazionale della rete italiana dell’educazione ambientale e per la sostenibilità, nata con la decisione presa a Milano il 29 agosto 2013 in occasione dell’incontro di restituzione del Settimo WEEC (World Environmental Education Congress). Il 7th WEEC di Marrakech (www.weec2013.org), nel decennale dei congressi, grazie alla grandissima partecipazione e al coinvolgimento di istituzioni internazionali come l’UNESCO e l’UNEP aveva infatti ratificato il ruolo della rete mondiale di educazione ambientale e aveva fatto emergere la necessità di strutturare meglio la rete sia a livello internazionale, sia continentale sia nazionale nei paesi dove non esistono ancora o non esistono più reti di attori locali.

Partecipazione numerosa e sintonia di intenti

L’incontro romano ha visto una crescita di partecipazione (sala piena e posti in piedi) e la presenza di un po’ tutti gli attori: Regioni e Amministrazioni locali, Arpa, grandi associazioni ambientaliste, Comitato italiano DESS-UNESCO, CEA, parchi, università e altri centri di recerca, fattorie didattiche,… Tutti d’accordo i presenti sulla importanza di continuare e estendere lo sforzo di riannodare fili e di rimettere l’educazione ambientale (che si intreccia con quella “allo sviluppo sostenibile”) al centro delle politiche pubbliche. Una rete, o meglio una “rete di reti”, di enti, di associazioni, cooperative, aziende che, si è detto, deve essere inclusiva e policentrica. E che, come ha detto il Comitato italiano UNESCO, raccoglierà il testimone del Decennio delle Nazioni Unite, che termina quest’anno.

I temi trattati, una riflessione che continua

Il mattino del 29, dopo i saluti delle istituzioni presenti, è stato dedicato ai commenti al documento base (disponibile online). La definizione di obiettivi, principi e metodi è comunque un processo aperto, che proseguirà nei prossimi mesi, con alcuni gruppi di lavoro che dovranno approfondire i punti emersi e sottoporli al vaglio della comunità italiana dell’educazione ambientale.

Il pomeriggio è stato dedicato a una panoramica dei numerosissimi questionari compilati online, all’interessante caso francese, con le sue “assise” territoriali che preparano gli incontri nazionali (e che, è stato detto, possono offrire un buon esempio anche per l’Italia), e a come organizzare alcune funzioni della rete, utilizzando al meglio anche le ICT: diffusione di informazione, scambio di esperienze, formazione, documentazione, conservazione della memoria delle tappe fondamentali dell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità.

Il prossimo incontro è programmato indicativamente per il 27 marzo, la sede dovrebbe essere una città del centro-sud.

L’educazione ambientale italiana si mette in rete. A Roma un nuovo passo avanti

Roma, 29 gennaio 2014). Si è tenuto a Roma, presso la sede centrale del CNR, il terzo incontro nazionale della rete italiana dell’educazione ambientale e per la sostenibilità, nata con la decisione presa a Milano il 29 agosto 2013 in occasione dell’incontro di restituzione del Settimo WEEC (World Environmental Education Congress). Il 7th WEEC di Marrakech (www.weec2013.org), nel decennale dei congressi, grazie alla grandissima partecipazione e al coinvolgimento di istituzioni internazionali come l’UNESCO e l’UNEP aveva infatti ratificato il ruolo della rete mondiale di educazione ambientale e aveva fatto emergere la necessità di strutturare meglio la rete sia a livello internazionale, sia continentale sia nazionale nei paesi dove non esistono ancora o non esistono più reti di attori locali.

Partecipazione numerosa e sintonia di intenti

L’incontro romano ha visto una crescita di partecipazione (sala piena e posti in piedi) e la presenza di un po’ tutti gli attori: Regioni e Amministrazioni locali, Arpa, grandi associazioni ambientaliste, Comitato italiano DESS-UNESCO, CEA, parchi, università e altri centri di recerca, fattorie didattiche,… Tutti d’accordo i presenti sulla importanza di continuare e estendere lo sforzo di riannodare fili e di rimettere l’educazione ambientale (che si intreccia con quella “allo sviluppo sostenibile”) al centro delle politiche pubbliche. Una rete, o meglio una “rete di reti”, di enti, di associazioni, cooperative, aziende che, si è detto, deve essere inclusiva e policentrica. E che, come ha detto il Comitato italiano UNESCO, raccoglierà il testimone del Decennio delle Nazioni Unite, che termina quest’anno.

I temi trattati, una riflessione che continua

Il mattino del 29, dopo i saluti delle istituzioni presenti, è stato dedicato ai commenti al documento base (disponibile online). La definizione di obiettivi, principi e metodi è comunque un processo aperto, che proseguirà nei prossimi mesi, con alcuni gruppi di lavoro che dovranno approfondire i punti emersi e sottoporli al vaglio della comunità italiana dell’educazione ambientale.

Il pomeriggio è stato dedicato a una panoramica dei numerosissimi questionari compilati online, all’interessante caso francese, con le sue “assise” territoriali che preparano gli incontri nazionali (e che, è stato detto, possono offrire un buon esempio anche per l’Italia), e a come organizzare alcune funzioni della rete, utilizzando al meglio anche le ICT: diffusione di informazione, scambio di esperienze, formazione, documentazione, conservazione della memoria delle tappe fondamentali dell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità.

Il prossimo incontro è programmato indicativamente per il 27 marzo, la sede dovrebbe essere una città del centro-sud.